NON PIANGERE DOROTHY

fanfiction


By Salvatore

-         Mi dispiace Dorothy. Se solo Toto fosse rimasto sulla mongolfiera tu adesso saresti diretta a casa  - disse lo Spaventapasseri.

 

Dorothy aveva gli occhi colmi di lacrime e non riuscì a proferire alcuna parola al caro amico di paglia. 

La folla, intanto, salutava rumorosamente il potente mago che già volava in alto nel cielo, a bordo della maestosa mongolfiera, carezzata da candide nuvole, bianche come il burro zuccherato.

Un nodo alla gola strozzava le parole alla bambina...

Gli amici di Dorothy avrebbero certamente desiderato che lei soggiornasse in terra di Oz ancora qualche giorno, ma conoscevano bene il desiderio che la piccola amica serbava nel cuore.

Dorothy scoppiò improvvisamente in lacrime.

La sofferenza s'era fatta strada all'interno del suo tenero cuore e sfociava in un pianto liberatorio, accompagnato dalle effusioni di Spaventapasseri.

 

-         Come farò ora a tornare a casa? - continuava a balbettare Dorothy tra i singhiozzi che si susseguivano.

 

I sogni della bambina parevano sciogliersi e dileguarsi tra le lacrime che scivolavano veloci e calde lungo il profilo del candido viso.

 

-         Vedrai che troveremo il modo per ricondurti a casa – disse lo Spaventapasseri, mentre le carezzava dolcemente i capelli.

-         Anche io sono certo che ci sia la soluzione al problema – intervenne l'Uomo di Latta.

 

Dorothy seguitava a piangere senza sosta finché improvvisamente un simpatico furetto vestito d'abiti pittoreschi, uscì dalla folla e si avvicinò alla bambina. Dopo essersi arrampicato sullo spaventapasseri fino a raggiungere la sommità del cappello di paglia, si rivolse alla bambina dicendole:

 

-         Io conosco una persona che potrebbe aiutarti.

-         E tu chi sei? - chiese lo Spaventapasseri.

-         Mi chiamo Billy. Sono un furetto e vivo nel regno di Oz da quando sono nato; lavoravo come aiutante dal mago, finché lui mi ha abbandonato.

-         Anche Dorothy avrebbe dovuto lasciare il regno di Oz proprio oggi, ma non ha potuto farlo per recuperare Toto che è saltato dalla mongolfiera un attimo prima che essa prese il volo – disse il Leone.

-         Lo so, ho visto la scena ed è per questo che sono venuto qui da voi.

-         Ma tu come potresti aiutare la nostra piccola amica? - chiese l'uomo di Latta.

-         Quando lavoravo dal mago sono venuto a conoscenza del segreto di una regina, la cui sapienza e saggezza pare essere illimitata. Sono certo che lei saprà aiutare Dorothy – rispose il furetto.

-         Sei proprio sicuro che la regina mi aiuterà? - chiese Dorothy asciugandosi gli occhi arrossati  gonfi di lacrime.

-         Credo proprio di si!

-         Ma chi è questa misteriosa regina? - chiese lo Spaventapasseri.

-         Si chiama Lucy ed è la regina della terra di Seta. Ella abita "nel regno dei Bachi" che sono abili arcieri; sono istruiti per difendere il regno da ogni nemico. Il palazzo di Lucy si dice che sia stupendo perché pare brillare di luce propria. Gli abiti della regina sono di seta purissima, così come gli arazzi, le tende, le tovaglie che ornano il suo sontuoso palazzo. Lucy è famosa nella sua terra per essere la custode di saggezza. Il suo regno dura da molti anni grazie a questa sua virtù – rispose Billy.

-         Bene, allora andiamoci subito in questo regno! - propose lo Spaventapasseri improvvisando una danza.

-         Non è così semplice contattare la regina! - esclamò il furetto scendendo sulla spalla di Spaventapasseri.

-         Perché? - domandò il l'Uomo di Latta.

-         Per giungere nel fazzoletto di terra dove abita Lucy, posto la dove si congiungono le terre del Nord, Sud, Est ed Ovest, bisogna superare ben tre ostacoli...

-         Che cosa stai blaterando? - obiettò il Leone.

-         Lungo il sentiero che porta alla città della seta abita "l'Uomo di Pietra" che vi proporrà un indovinello. Se riuscirete a risolvere l'enigma egli vi lascerà proseguire il cammino, ma se sbaglierete, vi rinchiuderà nelle segrete del suo castello per sette anni.

-         Sette lunghi anni! - dissero i quattro amici accoratamente sgranando gli occhi.

-         Proprio così.

-         Continua pure – intervenne lo Spaventapasseri.

-         Se riuscirete a risolvere il rompicapo vi troverete ben presto nella città dei "Birichini".

-         E chi sono costoro? - chiese Dorothy incuriosita.

-         I Birichini son un popolo di folletti assai simpatico; amano fare scherzi d'ogni genere, ma talvolta sanno essere decisamente irriverenti. Se riuscirete a godere delle loro simpatie, certamente vi lasceranno proseguire il cammino.

-         Qual è l'ultimo ostacolo da superare? - chiese lo Spaventapasseri.

-         Se riuscirete a lasciare anche la città dei Birichini dovrete affrontare il "popolo dei Camaleonti". Sono i pericolosi guardiani della "Foresta di Mezzo". Amano travestirsi e camuffarsi dagli elementi della natura circostante e spaventano qualsiasi forestiero. Talvolta sono capaci addirittura di uccidere chi viola il loro territorio – rispose Billy.

-         Sono un popolo davvero pericoloso. Ho tanta paura! - esclamò Dorothy.

-         Non devi preoccuparti amica mia, ci sono qui io a proteggerti – disse lo Spaventapasseri.

-         E ci sono anche io; col mio coraggio spaventerò tutti i nemici! - disse il Leone proponendo il migliore ruggito.

-         Da quando ho un cuore sono diventato così sensibile! Dorothy potrai sempre contare su di me – proferì l'uomo di Latta.

-         Vedi piccola amica, non sei affatto sola. Riusciremo a ricondurti a casa a costo di sacrificare le nostra vite – disse lo Spaventapasseri guardando Dorothy dritta negli occhi.

-         Quindi siete proprio sicuri di intraprendere questo pericoloso cammino alla ricerca della regina Lucy? - domandò Billy.

-         Si! - risposero accoratamente l'allegra combriccola.

-         Bene, allora vi porterò sul sentiero delle pietre d'argento che si trova nella campagna a sud di Oz. Esso vi condurrà dalla regina della terra di Seta.

 

Il furetto accompagnò i quattro amici proprio nel luogo che aveva citato e li salutò animatamente, augurando loro ogni bene. Egli sapeva che l'impresa sarebbe stata ardua per il gruppetto e quasi certamente non avrebbero fatto più ritorno ad Oz, ma questo non lo preoccupava affatto...

L'obiettivo di Billy era uno solo da quando il mago lasciò il regno color smeraldo: diventare egli stesso re. Senza l'ingombrante presenza dello Spaventapasseri, molto amato dagli abitanti di Oz, il suo desiderio si sarebbe certamente avverato.

***

La campagna a sud di Oz era splendida. V'erano tulipani d'ogni colore che ondeggiavano al soffio delicato del vento e intonavano canti di gioia all'allegra brigata che s'allontanava velocemente.

Il sole splendeva in alto nel cielo color smeraldo e l'aria era frizzante e profumata. Le farfalle giocavano allegramente nell'aria disegnando simpatici ghirigori; Toto, di tanto in tanto, saltava per afferrarle e capitombolava immancabilmente a terra provocando ilarità al gruppo di amici.

Gli uccelletti danzano nel cielo terso e tutto sembrava incantevole.

I quattro amici si incamminarono felicemente lungo il sentiero color argento che i raggi del sole facevano scintillare.

Dorothy non faceva altro che guardarsi intorno.

Tutto sembrava così prezioso!

 

-         Non immaginavo ci fosse un sentiero d'argento nel regno di Oz! - disse Dorothy salterellando.

-         Nemmeno io ne ero a conoscenza – disse l'Uomo di Latta.

-         Questo sentiero ci condurrà dalla regina Lucy che aiuterà la nostra amica Dorothy a fare ritorno a casa – esultò Spaventapasseri.

-         Chissà come sarà preoccupata zia Emma. Sono certa che mi sgriderà tantissimo quando mi rivedrà rincasare! - esclamò la bambina.

-         Io, invece, credo che ti abbraccerà forte e t'aprirà il cuore dicendoti che ti vuole tanto bene – disse l'Uomo di Latta.

-         Zia Emma è così buona con me e mi spiace recarle tante preoccupazioni.

-         Non è colpa tua; il tornado ti ha portata fin qui. Comunque quando farai ritorno a casa dovrai affrontare zia Emma con immenso coraggio - propose il Leone.

-         Usa anche tutta l'intelligenza di cui sei dotata! - consigliò lo Spaventapasseri.

-         Ma soprattutto lascia che sia il tuo cuore a parlare e vedrai che non sbaglierai – intervenne l'Uomo di Latta.

-         Grazie amici! Farò tesoro dei vostri preziosi consigli – disse Dorothy continuando a salterellare.

 

L'allegra combriccola seguitava a camminare. Il regno di Oz era ormai così distante che pareva una gemma di smeraldo incastonata in un anello di terra assai fertile.

Anche il paesaggio circostante era cambiato.

Le immense praterie di tulipani dai vivaci colori avevano lasciato il posto ad un terreno roccioso e grullo. Il vento era caldo e pareva sbadigliare ad ogni soffio.

V'erano pochi alberi nei d'intorni e non rallegravano certamente l'ambiente circostante perché questi erano per lo più secchi.

Il gruppo di amici si riposò un attimo. Si sedettero tutti a terra proprio accanto ad un gruppo di sassi, la dove uscì una pericolosa vipera.

 

-         Che cosa ci fate voi altri nel mio territorio? - chiese la serpe strisciante.

-         Ci scusi Signora Vipera. Siamo solo di passaggio – rispose Dorothy alzandosi repentinamente ed accennando un inchino tremolante.

-         Può farci sostare un po' accanto alla sua casa? - chiese il Leone.

-         Siamo così stanchi! - esclamò l'Uomo di Latta.

-         Va bene potete rimanere, ma solo pochi minuti.

-         Grazie! - dissero in gruppo.

-         Da dove venite?

-         Dal regno di Oz – rispose Dorothy francamente che riprese dicendo – e siamo diretti dalla regina Lucy.

-         La regina Lucy! - esclamò la vipera sgranando gli occhi scintillanti.

-         Si, la conosce per caso? - chiese Dorothy sorpresa.

-         Ne ho solo sentito parlare – rispose la Vipera.

-         E cosa si dice di lei? - interrogò lo Spaventapasseri.

-         Si racconta che sia molto ricca, non come me che vagabondo ignuda in questa terra elemosinando un pasto al giorno dal mio padrone.

-         Padrone. Quale padrone? - chiese l'Uomo di Latta.

-         L'Uomo di Pietra. È lui che mi dona da mangiare quanto basta perché io possa vivere – rispose vipera che continuò dicendo - vorrei tanto poter lasciare questo luogo arido per rifarmi una nuova vita.

-         Perché non ti unisci a noi? - disse Dorothy.

-         Magari la regina Lucy ti indicherà un luogo adatto dove tu possa vivere dignitosamente! - esclamò lo Spaventapasseri.

-         È vero! Sicuramente la regina avrà un cuore sensibile e sarà pronta a soddisfare la tua richiesta di aiuto – proferì l'Uomo di Latta.

-         Avete forse dimenticato che io sono una vipera e sono temuta ed odiata da tutti a causa del mio veleno? - seguitò a dire la serpe.

-         No, non lo abbiamo ignorato, ma vogliamo darti fiducia – rispose lo Spaventapasseri.

-         In fondo non sembri così cattiva – intervenne Dorothy.

-         Ed infatti non credo affatto di esserlo – disse Vipera.

-         Allora, ti unisci a noi? - domandò il Leone.

-         Sono dei vostri! - affermò Vipera sorridente.

-         Ora entra nel cestino di vimini e nasconditi. Qui sarai al sicuro – disse Dorothy.

-         Bene, allora proseguiamo il cammino! - gridò lo Spaventapasseri esultando di gioia.

 

L'allegra brigata proseguì il cammino con un sentimento di serenità nel cuore. L'aver prestato aiuto alla Vipera fece loro dimenticare la stanchezza e i problemi che da li a poco si sarebbero presentati...

Infatti giunse il tempo in cui la strada d'argento si diramò in quattro vie.

Una via andava verso Sud, l'altra proseguiva verso Est, l'altra ancora si dirigeva a Nord e l'ultima volgeva ad Ovest.

 

-         Ed ora che facciamo? - chiese Dorothy sconsolata.

-         Bella domanda – disse lo Spaventapasseri.

-         Questa non ci voleva! - esclamò il Leone.

-         Siamo proprio nei guai – intervenne l'Uomo di Latta.

 

I quattro amici discorrevano su quale via avrebbero dovuto scegliere per giungere dalla regina Lucy, ma sembravano molto confusi sul da farsi; intanto Toto giocava allegramente con alcune pietre, quando improvvisamente, queste ultime, cominciarono inspiegabilmente a muoversi.

Tutto intorno si fece un gran fragore e la terra cominciò a tremare.

La brigata scappò e si rifugiò in una spelonca poco lontano. Toto la seguì abbaiando vivacemente.

Le pietre si ingrandirono e si unirono l'una con l'altra; si modificavano paurosamente fino a raggiungere le nuvole.

Quando tutto quel trambusto finì, ecco presentarsi l'Uomo di Pietra.

 

Ora potete uscire dalla grotta! – disse lo strano essere con voce baritona.

-             È un piacere per noi fare la sua conoscenza! - esclamò il Leone che per primo si presentò al cospetto dell'Uomo di Pietra.

-             Il piacere è tutto mio – disse l'essere di pietra.

-             Possiamo farle una domanda? - chiese Dorothy timidamente.

-             Dica pure mia cara signorina.

-             Vorremmo sapere che strada percorrere per giungere dalla regina Lucy. Io ed i miei amici siamo molto indecisi sul da farsi – disse la bambina.

-             Vi risponderò molto volentieri, ma con un indovinello. Se risolverete l'enigma vi svelerò la strada da percorrere, ma se sbaglierete vi rinchiuderò per sette anni nelle segrete del mio castello, nascosto sotto terra – apostrofò l'Uomo di Pietra.

 

La brigata era assai spaventata poiché sapeva che sotto terra non avrebbero potuto sopravvivere nemmeno per un minuto.

 

-             Allora, cosa volete fare? Volendo potreste ritornare da dove siete venuti... - disse l'Uomo di Pietra.

-             Qual è l'indovinello? - domandò il Leone temerario.

-             Sembri proprio coraggioso mio piccolo amico. Ascoltate e prestate orecchio a ciò che vi dico: << Là dove il sole sorge non è bene andare; là dove il sole va a riposare non è bene passare; là dove vien la notte non è bene oltrepassare, ma solo là dove il caldo è bollente sarà la via da seguire >> - pronunciò l'essere di pietra e continuò dicendo – avete tutto il tempo che desiderate per rispondere.

 

Il gruppo di amici si consultò immediatamente. Era in gioco la loro stessa vita e questo creava non poche tensioni. Ci fu un gran confabulare per diverso tempo, finché Spaventapasseri disse che aveva trovato la soluzione e la comunicò all'Uomo di Pietra.

 

-             Non esiste quella via perché il sole da queste parti né sorge e né tramonta, quindi non v'è nemmeno la notte. Lei voleva prendersi gioco di noi.

-             Per le cime grulle del mio capo! Hai risolto l'enigma in un batter di ciglio e ti meriti proprio di conoscere il sentiero che giunge dalla regina Lucy.

 

L'Uomo di Pietra posò la mano su tre delle vie d'argento; queste cominciarono a tremare e si sgretolarono sotto gli occhi stupiti del gruppo di amici. Ne rimase solo una: era la via giusta da seguire.

Anche l'Uomo di Pietra si sgretolò e svanendo furtivamente, augurò loro felice proseguimento.

 

***

 

L'allegra combriccola fu decisamente orgogliosa di essere riuscita a superare il primo ostacolo narrato da Billy. Dorothy si complimentò sia per il coraggio dimostrato dal Leone che per l'intelligenza sopraffina comprovata da Spaventapasseri.

Il gruppo poté così ripratire verso il regno di Seta.

Durante il cammino il paesaggio mutò nuovamente. V'erano piante verdeggianti e fiori di molti colori a rallegrare i d'intorni. V'erano moltitudini di farfalle che danzavano felicemente e l'aria spumeggiava di festa.

Dorothy si accorse che ai piedi di ogni fiore v'era una piccola casa bianca e lucente, finemente decorata d'oro zecchino; pareva essere di porcellana.

 

-             Guarda Toto! Questo deve essere un villaggio! - esultò la bambina.

 

Dorothy non fece nemmeno in tempo a chinarsi per vedere più da vicino le casette che fu letteralmente invasa dai folletti. Essi s'arrampicarono sulle gambe, le percorrevano la schiena, le salivano sui capelli provocandole un forte solletico. Anche il Leone, Spaventapasseri e l'Uomo di Latta furono aggrediti dai simpatici abitanti del luogo. Dorothy, che soffriva molto il solletico, non riusciva a smettere di ridere. Anche Spaventapasseri e Leone si trovarono chinati a terra e si contorcevano dalle risate.

Solo l'Uomo di Latta pareva non soffrire la presenza dei folletti perché, essendo di latta, era insensibile al loro passaggio sul corpo.

Toto abbaiava rumorosamente ai folletti cercando di incutere loro un certo timore, ma essi non si preoccupavano affatto della presenza del cagnolino e lo stuzzicavano saltandogli addosso.

L'uomo di Latta, nel trambusto, si accorse che un folletto giaceva inerme su di un fiore. Con fare delicato lo raccolse sulla mano e lo poggiò dolcemente a terra.

Improvvisamente si fece silenzio. Tutti i folletti si fermarono alla vista del loro amico che giaceva a terra e pareva come morto.

 

-             Cosa gli hai fatto? - gridò prepotentemente un folletto all'Uomo di Latta.

-             Proprio niente. Ho visto che il folletto giaceva su quel fiore e l'ho raccolto. Tutto qui! -  rispose timorosamente l'Uomo di Latta.

-             È il figlio del re! - esclamò il folletto.

-             Forse è morto! - disse un altro.

-             Dobbiamo cercare il dottore – consigliò una donna folletto.

 

Il popolo dei folletti si mosse animatamente e quasi immediatamente il medico del villaggio si presentò al cospetto del gruppo di stranieri. Esso visitò il povero malcapitato e la sentenza fu gravissima:

 

-             Il figlio del re è morto! - esclamò.

 

Ci fu un grande silenzio per qualche attimo, poi il cordoglio prese largamente spazio nei piccoli cuori dei folletti che cominciarono a piangere, cadendo uno ad uno in ginocchio.

Anche Dorothy, Spaventapasseri, Leone, l'Uomo di Latta e persino Toto versavano lacrime per solidarietà al popolo. Tutto intorno era mesto, melanconico e cupo. Persino i fiori parevano sbiaditi e le farfalle sembravano ingrigirsi di tristezza.

Improvvisamente il medico s'alzò in piedi e si rivolse al gruppo si stranieri chiedendo:

 

-             Perché state piangendo?

-             Ma che domanda è mai questa? Piangiamo perché è morto il figlio del re - controbatté Spaventapasseri.

-             Doveva essere certamente molto coraggioso – rispose Leone asciugandosi le lacrime con la morbida coda.

-             Il mio cuore è a pezzi! - esclamò l'Uomo di Latta.

 

Sentendo i discorsi degli stranieri, il dottore scoppiò in una rumorosa risata e rivelò loro che ciò che avevano appena vissuto, non era nient'altro che una burla.

 

-             Non per niente siamo il popolo dei Birichini! - affermò il medico accennando ad un inchino in segno di benvenuto.

-             Quindi il figlio del re non è morto? - chiese Dorothy ancora mortificata.

-             Niente affatto. Guarda tu stessa – rispose il dottore.

 

In quell'istante il folletto balzò in piedi e danzò ilare fra il popolo che lo applaudiva energicamente.

 

-             Ci avete beffati tutti! - disse Spaventapasseri.

-             C'era da immaginarselo – intervenne Leone.

-             Mi sento tutto arrugginito! - esclamò l'Uomo di Latta.

-             Il popolo dei Birichini ama fare scherzi agli stranieri, non dovete prendervela per questo – disse il medico.

-             Ho un regalo per voi! - intervenne il re dei Birichini in persona.

-             Un dono per noi! - esclamò Dorothy.

-             Avete dimostrato d'essere stranieri molto sensibili, amabili, attenti e di possedere un cuore d'oro nei confronti del mio popolo. Queste virtù mi hanno commosso; desidero quindi ricompensarvi donandovi il prezioso "anello della verità".

-             L'anello della verità! - esclamarono in coro il gruppo di amici.

-             Questo anello permette a chi lo indossa di proferire sempre la verità.

-             Dorothy sarai tu ad infilare il prezioso anello al dito – suggerì Spaventapasseri.

-             Esso giace in un pozzo grande e profondo, ma per voi che siete immensi non dovrebbe essere poi troppo complicato da recuperare. Seguitemi, vi accompagno nel luogo.

 

Il re guidò i forestieri nella radura dove era situato un enorme pozzo. Spaventapasseri guardò dentro e in effetti non era così profondo per loro. Fu Leone a recuperare l'anello grazie alla lunga coda e fu l'Uomo di Latta ad infilare l'anello al dito di Dorothy.

 

-             Ti sta d'incanto! - esclamò l'Uomo di Latta.

-             Bene, ora possiamo continuare il cammino alla ricerca della regina Lucy – disse Spaventapaseri.

-             Siete davvero diretti dalla famosa regina? - chiese il re dei Birichini.

-             Si perché Dorothy dovrebbe chiederle il modo per ritornare a casa – affermò Leone.

-             Si dice che la regina sia molto saggia! - disse Dorothy.

-             E lo è. Sono certo che la nobildonna saprà esaudire il tuo desiderio – disse il re.

 

L'allegra brigata salutò quindi il divertente popolo dei Birichini e proseguì lungo il sentiero d'argento, animato da grandi speranze.

 

***

 

La gioia di Dorothy, per aver superato la seconda prova narrata dal furetto, era visibile ai suoi amici di ventura. La bambina, infatti, saltellava e cantava illuminata da un sole giocoso e sorridente. Spaventapasseri osservò la piccola amica e sperava con tutto il cuore che il desiderio di poter tornare a casa si avverasse al più presto, altrimenti la delusione per lei sarebbe stata troppo grande.

Il tempo trascorse velocemente. Venne ben presto il momento in cui l'allegra brigata si trovò di fronte un grande arco formato da due enormi piante. Nel bel mezzo v'era inchiodato un cartello di legno su cui era incisa la scritta: <<Non siete i benvenuti nella Foresta di Mezzo. Tornate indietro>>.

Alla vista della minacciosa insegna, il gruppo di amici rimase perplesso, ma dopo una breve consultazione, la combriccola proseguì lungo il sentiero argentato.

Dappertutto v'erano alberi giganteschi che parevano mostri di corteccia. La luce del sole filtrava a fatica fra gli immensi arbusti e questo rendeva il luogo ancora più tetro. Ora si udivano moltitudini di versi di animali mai sentiti prima.

La paura prese ben presto il sopravvento nel cuore dei piccoli eroi di Oz...

 

-         Io direi di correre. Non mi piace affatto questo luogo – propose Spaventapasseri.

-         Sento il cuore battermi forte nel petto. Fa un gran male! - dise l'Uomo di Latta.

-         Io non temo nessuno, ma vi seguo volentieri se deciderete di fuggire – intervenne Leone.

-         Sono d'accordo con Spaventapasseri – confermò Dorothy.

-         Allora siamo tutti concordi. Scappiamo immediatamente da qui! - comandò Spaventapasseri.

 

La squadra non fece nemmeno in tempo a muovere un passo che venne circondata dai temuti Camaleonti, i quali uscirono improvvisamente allo scoperto dai loro nascondigli.

Erano una moltitudine...

Gli abitanti della Foresta di Mezzo s'erano camuffati da alberi, rocce, rami e tronchi e stavano osservando gli intrusi dal primo istante in cui entrarono nella Foresta.

Il popolo dei Camaleonti erano giganti in confronto al gruppo di stranieri, ma quel che più preoccupava la brigata, erano le spade di metallo lucente che impugnavano minacciosamente.

 

-         Non avete letto l'insegna? - disse il comandante della truppa.

-         Si, ma non potevano tornare indietro. Siamo alla ricerca della regina di Seta – rispose Leone.

-         Abbiamo percorso un lungo tratto per giungere fino a qui, gentile comandante. Sia buono. Ci faccia proseguire – disse Spaventapasseri.

-         La regina Lucy conosce il modo per farmi tornare nel Kansans dove abito con zia Emma – proseguì Dorothy.

-         Zitti tutti! Non voglio sentire altre ragioni. Avete trasgredito il mio comdando. Pagherete con la vostra stessa vita per questo affronto! - tuonò il comandante dei Camaleonti.

 

Il comandante sollevò la pesante spada che stringeva prepotentemente con la zampa, poi si rivolse ai suoi soldati dicendo: << Presto, attaccateli!>>

In men che non si dica il gruppo di stranieri si trovò nelle mani dei feroci Camaleonti.

 

-         Il primo a perire sarà l'omino di paglia! - gridò il comandante barbaramente.

 

L'essere gigantesco alzò la spada al cielo; il suo sguardo brillò di pura cattiveria.

Furono attimi di  silenzio e terrore. Il tempo sembrò fermarsi. Nemmeno il coraggio di Leone poté servire ad aiutare il povero Spaventapasseri che abbassò lo sguardo tristemente. Era ormai giunta la sua fine...

Con un atto di temerarietà, Dorothy riuscì a liberarsi dalla morsa del soldato e corse verso l'amico Spaventapasseri gridando: <<pietà!>>. Nel rapido movimento perse il cestino di vimini che cadde a terra liberando Vipera.

Dorothy raggiunge Spaventapasseri e lo strinse forte a sé, mentre le lacrime le solcavano il volto ed il cuore le batteva all'impazzata.

Il comandante, inaspettatamente, gridò di terrore.

 

-         Allontanate quella maledetta Vipera dalla mia presenza! - sbraitò.

 

Vipera capì che quel colosso la temeva, così prese coraggio e gli si avvicinò lentamente.

Il comandante dei Camaleonti non riuscì nemmeno a muovere una zampa. Il panico l'aveva immobilizzato e Vipera ne approfittò; fece un balzo improvviso e lo morse sulla coda.

Il gigante lanciò un forte grido; anche i suoi soldati urlavano inspiegabilmente, ma ciò che sorprese la brigata fu osservare tutti quei Camaleonti rimpicciolire e cambiare aspetto, a tal punto da diventare innocue lumache col guscio.

 

-         Siamo salvi! - gridò la combriccola esultante di gioia.

-         Grazie Vipera – dissero in coro.

 

Fu così che dopo quell'ostica esperienza, il gruppo di amici fu ancora più unito e, animati da un grande senso di fraternità, l'allegra compagnia percorse di buona lena il tratto di strada rimanente. Ben presto il gruppo uscì dalla pericolosa Foresta di Mezzo.

 

***

 

Il sentiero argentato proseguiva ora lungo un territorio molto più amichevole. V'erano splendide colline in fiore a rallegrare lo sguardo; zampillavano ovunque freschi rivi, dove il sole specchiava il volto sorridente.

Nell'aria danzavano petali di fiori color pastello mescolato a candido polline; pareva zucchero a velo.

In una collina si poteva scorgere una maestosa città color bianco latte: era la città della Seta!

 

-         Eccola! Siamo quasi arrivati! - esultò Spaventapasseri.

-         Presto corriamo – disse Dorothy.

 

L'allegra brigata corse velocemente e giunse in men che non si dica davanti al maestoso cancello d'argento che separava la città dalle campagne circostanti.

V'era una sentinella a far da guardia e subito Dorothy chiese di poter incontrare la regina.

 

-         Ha già preso un appuntamento? - domandò la guardia.

-         Veramente no – rispose Dorothy sconsolata.

-         La regina è molto impegnata in questo periodo. Dovresti ritornare un altro giorno.

-         Ma io avrei disperato bisogno del suo aiuto! - implorò la bambina.

-         Veniamo da molto lontano – intervenne Spaventapasseri.

-         E abbiamo attraversato luoghi ostici ed affrontato mille pericoli per incontrare la regina – proseguì Leone.

-         Aspettate un attimo. Vedrò cosa posso fare per voi – annuì il guardiano.

 

La guardia ritornò dopo diversi minuti e comunicò agli stranieri che la regina era magnanime e quindi aveva deciso di riceverli. Li avrebbe ospitati a pranzo e si raccomandò che i forestieri fossero degnamente presentabili in sua presenza...

La guardia aprì il cancello e chiamò un baco, il quale condusse gli ospiti della regina a rifocillarsi.

Durante il percorso Dorothy osservò il palazzo della regina e si convinse di tanta ricchezza, così come gliel'avevano descritto.

Il colore dei muri non era perfettamente bianco, ma perlaceo. V'erano moltitudini di colonne, tetti a volte impreziositi da affreschi, gradinate di marmo, giardini curati nei minimi dettagli.

Era davvero un incanto!

La brigata giunse in un corridoio per poi dividersi. Ognuno andò in una stanza dove un baco predisposto si preoccupò di lavarli, profumarli e vestirli come si conviene quando si sta per incontrare una regina.

Dopo diverso tempo furono tutti pronti per pranzare con la nobildonna. Un baco accompagnò i forestieri nella sala da pranzo.

La sala da pranzo era enorme e gli ospiti sembravano spaesati di fronte tanta grandezza e ricchezza. Il baco fece accomodare gli stranieri; nel frattempo arrivò la regina che fu accolta da tutti i servi con un fragoroso applauso.

La regina salutò gli ospiti e cominciò a pranzare. Discorreva di tante cose e non prestava particolare attenzione agli invitati.

Quando il pranzo terminò, Dorothy riuscì finalmente a prendere la parola e formulò la richiesta.

 

-         Mi spiace signorina. Non credo proprio di poterla aiutare – rispose la regina lapidariamente.

-         Ma io credevo che lei... -  balbettò Dorothy.

-         Avessi la bacchetta magica? - domandò la regina sarcasticamente.

-         Siamo giunti a lei da molto lontano – intervenne Spaventapasseri.

-         Lo so. Venite dal regno di Oz. Ne sono a conoscenza; v'è un rivo che da Oz giunge fino nella mia terra  e questo fiumiciattolo ha il brutto vizio di raccontare tutto quello che succede nel regno color smeraldo – affermò la regina.

-         Lei non conosce qualcuno che possa aiutare la nostra cara amica Dorothy? - chiese l'Uomo di Latta.

-         Non ne ho la più pallida idea, quindi tornatevene a casa! – rispose la regina ridendo  sguaiatamente che proseguì prontamente dicendo: -  ma prima di lasciare il mio regno dovrete pagare il dazio.

-         Quale dazio? - chiese Leone.

-         Non siete stati lavati, puliti, profumati e non avete mangiato a sazietà nel mio castello? - disse la nobildonna con sguardo fiero ed altezzoso.

-         Si  - risposero accoratamente in gruppo.

-         Ebbene, tutto questo ha un prezzo.

-         Noi non abbiamo soldi – disse Spaventapasseri.

-         Io posso accontentarmi di quelle scarpette rosse che indossa la bambina – proseguì Lucy.

-         Ma le scarpette non si possono togliere perché sono magiche – rispose Dorothy prontamente.

-         Allora mi accontenterò di quell'anello che porti al dito.

-         Ma quest'anello mi è stato regalato dal re Birichino – disse Dorothy.

-         Io voglio quell'anello – apostrofò la donna che proseguì comandando – Guardie prendeteglielo!

 

Le guardie bloccarono Dorothy e le strapparono violentemente l'anello che consegnarono prontamente alla regina. Ella lo indossò con inaudita superbia.

Quello che successe in seguito fu spettacolare.

L'anello magico obbligò la regina a dire la verità su chi fosse in realtà. La brigata scoprì che quella donna non era null'altro che Clelia, la strega della Terra di Mezzo. La vera Lucy si trovava nelle segrete del castello. Clelia, infatti, dopo aver stregato tutti i bachi, obbligò Lucy a dimorare nelle segrete e a vivere di stenti.

Clelia gridò di dolore e sibilò. Il suo aspetto divenne come cera; si sciolse furtivamente a causa della potente luce emanata dall'anello e morì.

I bachi si svegliarono dal sortilegio e liberarano prontamente Lucy che ringraziò i suoi salvatori.

Dopo i calorosi festeggiamenti, Dorothy chiese a Lucy se esistesse un modo per far ritorno a casa.

 

-         Certo che esiste un modo – rispose la regina.

-         Davvero! - esclamò la bambina.

-         È molto semplice. Devi solo sdraiarti su un comodo letto e dormire – proseguì Lucy.

-         Tutto qui? - domandò Dorothy.

-         Già – rispose la nobildonna che proseguì dicendo – Vieni, ti conduco nel mio letto. È così morbido che non potrai fare a meno che addormentarti.

 

Lucy accompagnò Dorothy nella sua stanza raffinata. La bambina vide il sontuoso letto a baldacchino; si voltò in direzione dei suoi cari amici e corse ad abbracciarli uno ad uno.

 

-         Ti voglio bene mio caro Leone. Sei stato molto coraggioso a venire fin qui. Anche tu Vipera sei stata una grande amica per me. Uomo di Latta hai dimostrato di possedere un cuore altruista e generoso. Spaventapasseri, sei l'amico più prezioso che potessi mai ricevere. Vi voglio bene. Non vi dimenticherò mai – disse la bambina.

-         Anche noi te ne vogliamo – risposero in coro, ma con voce sommessa.

-         Torna a trovarci un giorno – disse Spaventapasseri.

-         Sicuramente ci rivedremo. Il Kansas è una terra soggetta ai tornadi.

 

Dorothy prese Toto in braccio e lo ripose sul letto. La bambina si sdraiò e chiuse gli occhi. La regina, intanto, le sussurrava queste parole: << non esiste al mondo ricchezza più grande che possedere molti buoni amici>>.

Dorothy ripeteva a se stessa queste parole e riteneva Lucy essere davvero saggia come l'avevano descritta.

Quando la bambina aprì gli occhi, si trovò meravigliata in compagnia dei suoi zii che la abbraciarono commossi.

 

-         Abbiamo temuto il peggio! - disse lo zio.

-         Finalmente la febbre ti ha lasciata. Dio ti ringrazio! - esclamò zia Emma.

-         Ma che state dicendo? Io sto bene! - disse Dorothy.

-         Hai sbattuto la testa a terra a causa del tornado, sei svenuta e per tre giorni e tre notti sei rimasta inerme sul letto, ma ora è tutto passato  - disse zia Emma.

 

Dorothy era finalmente tornata a casa, ma cosa successe intanto agli amici che vivevano nel lontano regno color smeraldo?

Spaventapasseri divenne re di Oz, mentre Leone fu ordinato comandante dell'esercito reale.

L'Uomo di Latta fu insignito consigliere del re. Vipera, invece, trovò ospitalità presso la regina Lucy che le donò un vasto terreno come territorio.

E Billy?

Il furetto fu portato davanti al grande portone del castello di Oz e fu usato come tappetino reale.

Chiunque entrava nel sontuoso palazzo, ricevuto dal re Spaventapasseri doveva per forza calpestarlo.

Questa è la sorte destinata a coloro che tramano il male. Essi aspirano a diventare potenti come re, ma finiscono per vivere una vita colma di umiliazioni, perché il loro cuore è privo di grazie e virtù.

 

FINE

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