I'll
never let your head hit the bed Without my hand behind it
Con queste parole, kanata si era addormentato…
L’orologio dell’infermeria segnava le 15.00, l’ora in cui
sarebbero dovuti uscire da scuola…
Tutti si erano affrettati all’uscita,ma
loro no…
Loro erano ancora in quella stanza di infermeria…
Lei era ancora addormentata con la fascia intorno alla testa
e lui era ancora a fianco del suo letto…lì sulla sedia appoggiato sul letto
a…dormire.
All’improvviso lei si mosse.
- dove sono? Perché non vedo nulla? Perché è tutto così
buio?Dove sono tutti gli altri? – dicendo queste parole si mosse di scatto
portando le mani al petto. Facendo questo movimento, il peso che si trovava
sulla sua mano si mosse di conseguenza e cadde sul materasso. All’inizio questo
movimento sul materasso la preoccupò non poco. Non aveva la minima idea di dove
si trovasse né di chi fosse con lei… era già pronta al
peggio, ma non aveva idea su cosa fare. Non ci vedeva. Poi qualcosa la smosse dal suo stato di paura…
-mhm…chi? Che? Cosa?Che cosa succede? – disse allora il
“peso”sulla mano…
Lei riconobbe la sua voce…l’avrebbe potuta riconoscere tra
mille(come mi piace questa frase)…ma che cosa stava dicendo…lei lo conosceva
ancora da poco tempo…e poi non lo sopportava…ma in
questo momento non le interessava. L’unica cosa che le importava adesso era
vedere qualcuno che conosceva e capire che cosa era
successo.
Ma proprio mentre stava cominciando a parlare,una vertigine improvvisa la colpì e lei non potè fare altro
che accasciarsi sul letto.
Kanata che aveva solo recepito che lei stava per parlare e
che poi si era abbattuta sul letto, si preoccupò all’istante e si svegliò del
tutto,avvicinandosi a Miyu, che si era messa a
piangere.
- miyu. Non ti preoccupare. Va tutto bene. Non ti
preoccupare. – kanata pronunciò queste parole quasi in un sussurro e mentre lo
faceva le si avvicinava all’orecchio e le massaggiava
i capelli.
Miyu però non riusciva lo stesso a calmarsi, non riusciva a
vederlo, e per questo non capiva proprio come riuscire a calmarsi. – kanata! Io
non ci vedo! – riuscì solo a dire per poi ricominciare a singhiozzare. – non ti
preoccupare. Non è nulla. La signorina Mizuno, mi ha detto che è tutto a posto,
che è solo una precauzione. Non ti preoccupare. –
- non ti preoccupare, dici tu. Ma come faccio a non
preoccuparmi. Io non ci vedo. Non so dove sono e…chi è la signorina Mizuno?
Cosa è solo una precauzione? Kanata ti prego, dimmi che cosa è successo. –
- non è successo nulla. Non ti preoccupare. Siamo in
infermeria. Christine, la ragazza con i capelli rosa, si era agitata perché
aveva visto che io e te ci conoscevamo e abitavamo insieme. Quindi ti ha
lanciato un banco in fronte. Comunque non è niente di grave. La signorina
Mizuno, che è la nostra insegnante, ha detto che metterti la benda era solo una
precauzione e per farti dormire. –
poi la fissò per un po’…vederla lì
sul letto con quelle bende e in quello stato di preoccupazione, gli faceva
molto male…se ci pensava non riusciva a spiegarsi il perché, pensava fosse per
via di Lou, ma il fatto era che gli faceva male vederla in quelle condizioni… -
miyu. Vuoi che provo a toglierti la benda? – ma che aveva detto? Lui non poteva
prendersi questa responsabilità…e se lei non avesse visto
più?...che cosa aveva detto…non c’era più nulla da fare però, perché miyu aveva
appena detto – si. Ti prego. –
Come dire di no ad una persona in quelle condizioni.
Soprattutto se la persona in questione era lei.
Si avvicinò un po’. Piano le alzò i capelli. E mentre con
una mano cercava di tenerglieli alzati, con l’altra cercava di sciogliere il
nodo che bloccava la benda.Lei capì che in questo modo non avrebbero risolto
nulla. Quindi alzò le mani e resse sollevati i
capelli.
Per un istante le loro mani si erano sfiorate, e tutti e due
erano inspiegabilmente arrossiti come due peperoni. Per fortuna che non
potevano vedersi(la capa di kanata è praticamente sul collo di miyu), senò la
situazione sarebbe diventata ancora più imbarazzante di
quano già era.
Dopo il piccolo contatto, l’emozione passò e kanata riuscì
finalmente a sciogliere la benda…
Non aveva ancora tutto il coraggio di togliergliela
completamente…
Si portò davanti a lei e si sedette sul letto…
Piano piano le tolse la benda e aspettò di vedere i suoi
occhi meravigliosi…
Ma lei non li aprì. Aveva troppa paura di non vedere. Di non
vedere più nessuno. Mai più Lou. Mai più baumiao. Mai più i suoi genitori. Mai
più…lui.
- avanti non avere paura. Non ti preoccupare è tutto a
posto. Ci sono io qui con te. Forza. Apri gli occhi. – come resistere ad un
ragazzo del genere…uno che ti dice queste cose…uno
come lui…uno con quegli occhi così profondi…i suoi occhi…ecco cosa voleva
rivedere…lentamente aprì gli occhi.
Vedendole aprire gli occhi in quella maniera…per poco il
cuore non gli saltò fuori dal petto.
Lei dal canto suo, vedendolo lì davanti a lei con i suoi
occhioni puntati su di lei, non resistette all’impulso di correre ad
abbracciarlo. E così fece.
Si buttò fra le sue braccia e ricominciò a piangere.
Kanata non sapeva proprio che pesci prendere. Perché stava
piangendo? Non ci vedeva più?
Non aveva senso chiedersi queste cose, la cosa più giusta
era chiederlo alla diretta interessata.
– miyu. Che succede?Ti prego non mi dire che non ci vedi
più…ti prego non me lo dire. –
Aveva bloccato le spalle di lei fra le sue mani e l’aveva un
po’ distaccata da se. Ora la stava fissando.
Ma il suo sguardo era così pieno di preoccupazione e di
dolcezza e lei non riuscì a fare altro che liberarsi dalla sua stretta e a
buttarsi al collo di lui.
Lui non era preparato ad una reazione del genere. Si
aspettava solo un “no ma che dici stupido. Ci vedo
benissimo, e non sto piangendo.” Ma niente del genere era uscito dalle labbra
di lei.
Lei continuava a piangere.
Lui non sapeva proprio che fare. Ma, ripresosi dal suo
iniziale shock, la abbracciò forte e incominciò ad accarezzarle i capelli
sussurrandole all’orecchio – non ti preoccupare. Andrà tutto bene. Non ti
preoccupare. Ci sono io qui. Non sei da sola. –
“non sarai da sola” questa frase maledetta, detta milioni di
volte da tutte le persone a cui voleva bene e che però
l’avevano lo stesso abbandonata. Non voleva che anche lui la abbandonasse.
Lo abbracciò ancora più forte per un attimo, poi si staccò
da lui, si posizionò davanti a lui e questa volta smise di piangere. Ora
sfoggiava un grande sorriso.
Lui non capiva perché stesse sorridendo
però fece una smorfia che se studiata molto bene poteva essere
riconducibile ad un sorriso.
A lei bastò quella smorfia per ritrovare tutto il suo coraggio.
Lo riabbracciò, buttandosi letteralmente al collo del povero kanata. Questa
volta però stava sorridendo,non stava più piangendo.
- kanata! Ci vedo! Ci vedo! Ci vedo! –
- cosa? Ci vedi? - non appena aveva sentito quelle parole in
kanata scattò qualcosa che lo portò a balzare dal letto, con miyu ancora
attaccata al collo e aveva iniziato a farla volteggiare per la stanza. - Oh mio
dio miyu, è stupendo. Ci vedi. Ci vedi. Meno male. –
Lei per un po’ si godette il “giretto” ma
poi le girò un po’ troppo la testa. Doveva fermarsi. Ma non voleva che lui si
preoccupasse di nuovo. Quindi disse – kanata. Ora basta. Fammi scendere. – e
nel dire queste parole si accorse che era diventata tutta rossa…chissà perché
poi...
Kanata essendosi accorto di ciò che aveva appena fatto,
arrossì pure lui e rimise miyu a terra, o meglio sul lettino.
Non appena toccato letto, si sedette appoggiandosi alla
spalliera, abbracciando il cuscino(aveva proprio voglia di abbracci questa
ragazza).
Anche kanata si sedette, lui però sulla sedia.
Incominciarono a parlottare un po’…erano in
attesa della signorina mizuno che aveva detto sarebbe passata prima di andare via,
per vedere come stava miyu e per farli andare a casa.
Ora però erano quasi le 3 e mezza e nessuno era passato per
dirgli niente. E poi loro iniziavano ad avere fame. Volevano andare via di lì e
tornare da baumiao che li stava aspettando e che gli avrebbe cucinato una
merenda con i fiocchi. Inoltre solo ora si ricordarono che nessuno dei due
aveva pranzato, perché bloccato in infermeria. Evidentemente stavano pensando
la stessa cosa perché i loro stomaci fecero – groar – all’unisono.(si vede che
ho fame eh??mum, it’s Sunday evening, i’m hungry nd
Amy)
Miyu arrossì visibilmente, kanata invece era ben consapevole
di aver fame e quindi non si vergognò minimamente del suo “rumore”. Piuttosto
si alzò e andò verso la porta.
Miyu non sapeva che cosa kanata avesse intenzione di fare,
ma presa dalla paura che la potesse abbandonare lì da sola, si alzò dal letto e
scattò a fianco al ragazzo. – kanata. Non penserai mica di lasciarmi qui da
sola! Non ci provare neanche! –
- vuoi venire con me? –
- mhm…si… -
- ok. Ma ce la fai? Sicura che non ti devo trascinare al
ritorno?-
- sicura…sicura…ora sto bene. Andiamo…ah…kanata…dove stiamo
andando?-
-da nessuna parte. Andiamo solo a cercare la signorina
Mizuno. Seguimi. –
i due ragazzi si incamminarono per
il corridoio in direzione della sala professori. Avevano deciso, o meglio
kanata aveva deciso, di vedere se la signorina Mizuno fosse
ancora a scuola…conoscendola,probabilmente si era dimenticata di passare da
loro e se ne era andata…se fosse stato davvero così allora anche loro sarebbero
finalmente potuti tornare a casa.
Quando arrivarono in sala professori, non trovarono nessuno.
Pensarono quindi di tornare nella loro classe per prendere gli zaini(o meglio
le cartelle) per poi finalmente tornare a casa.
Dopo aver preso tutto si diressero verso l’uscita che si
trovava al piano inferiore; ma qualcosa sembrava diversa dal solito…non c’era
nessun rumore…neanche il bidello che generalmente rimaneva fino alle sei, non
si sentiva…possibile che se ne fosse andato? Noo…non era possibile, era solo un impressione.
Purtroppo i loro dubbi erano più che fondati…
Quando kanata provo ad aprire il
portone dovette imprimere molta forza,ma non ottenne nessun risultato… era
chiuso.
La scuola era chiusa e loro erano dentro.
Kanata provava ancora a forzare la maniglia, ma non ottenne
ancora nessun risultato…
Miyu intanto si guardava intorno come alla ricerca di
qualcosa…qualcosa che confermasse la sua idea.
E purtroppo la trovò. Proprio davanti a lei, di fronte al
portone di entrata c’era un grande orologio.
Un grande orologio che segnava le 18.00.
Continua
Commenti dell’autrice pazza
Allora…non ho aggiornato per un po’…ma
il caldo, il piede che mi fa male e diciamola tutta la mancanza di forze per
scrivere, mi hanno fatto rallentare la scrittura…