DREAMLAND

fanfiction


By AMY

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Capitolo 1


Buio totale, due luci bianche, separate,che poi si avvicinano e si uniscono in una sola...

Due ragazzi, separati, ma poi…

Per tutto il tempo che sei stato con me, hai portato la gioia nella mia vita, hai fatto diventare veri i miei sogni…
Tu sei stata la mia forza quando non ne avevo, sei stata i miei occhi quando non potevo vedere, sei stata la mia voce quando non potevo parlare. Tu sola hai visto il meglio che c’è in me. Se sono quello che sono lo devo solo a te…
Ma io non posso restare, devo andare in America, la mamma ha bisogno di me, non posso proprio restare. Devo andare…
No. Miyu non andare via. Non andare via da me. Non lasciarmi solo…

Kanata si era svegliato nel bel mezzo della notte. Questo sogno lo aveva scombussolato. Cosa voleva dire? Come mai proprio quella ragazza gli era apparsa in sogno? Non riuscendo più a riaddormentarsi, si alzò e andò a prender un bicchiere d’acqua in cucina, e si accorse che suo padre era sveglio e stava preparando i bagagli. Pensando che fosse in procinto di partire per un altro dei suoi viaggi, non gli diede retta,ma il sig. Osho,appena visto il figlio,lo fermò e - Kanata vieni un attimo, ti devo dire una cosa – gli disse.

In America intanto

Tuu… Tuu…Tuu...
- Hallo – dall’altra parte del telefono, Jennifer rispose con una voce piuttosto assonnata (d’altra parte erano le sette di una placida domenica mattina (non badate al fuso orario)) – Jen, sono io, Miyu. Scusa per l’ora, forse stavi dormendo. – chiese Miyu pentendosi di aver chiamato – No Miyu, non ti preoccupare, tanto mi avrebbe svegliato comunque mio fratello tra poco. Piuttosto dimmi, cosa c’è? Qualcosa non va? – in realtà c’è qualcosa che non va, ma allo stesso tempo questa cosa va abbastanza bene- confessò Miyu un po’ confusa – Miyu non ci sto capendo nulla. Perché non ci vediamo più tardi all’alexander cafè, così ne parliamo per bene da vicino?
- oh Jen, sei una vera amica. Scusa tanto, see you later. Bye. – disse Miyu abbassando la cornetta. Non riusciva a chiarirsi le idee. Una chiacchierata sarebbe stata la cosa migliore. Si disse, quasi per convincersi.

Più tardi in Giappone

- sì Santa, è proprio così, devo lasciare il Giappone. – disse un abbastanza triste, ma allo stesso tempo abbastanza assente, Kanata.
- Ma come !!?? E tutti i nostri progetti?come faremo?! – Santa che era stato da sempre il migliore amico di Kanata, non riusciva a capacitarsi che stava perdendo il suo grande amico. Ma kanata non dava nessun cenno di risposta.
– Kanata, ma mi senti? Kanata ci sei?-
- oh scusa Santa. Ero un po’ soprappensiero. C’è una cosa che mi tormenta più di questa. Non che non mi dispiaccia dovermene andare, sia chiaro.-.
- non c’è alcun bisogno di scusarsi, amico mio, avevo già intuito una cosa simile. Non ti avevo mai visto così in questo stato-.
-Già, credo di non essermi mai sentito così. Provo una serie di emozioni contrastanti; paura, dubbio, ma allo stesso tempo, felicità, curiosità e, una sensazione mai provata prima credo che sia amore- ma non poté finire di parlare perché Santa lo interruppe:
- amico mio il peggio è che tu che normalmente non dimostri le tue sensazioni, ora le dimostri tutte contemporaneamente. Mi vuoi dire che cosa è successo?-concluse Santa.

Kanata raccontò all’amico che all’età di cinque anni, quando perse la madre, aveva avuto un sogno in cui lui e una bambina bionda giocavano in uno strano parco giochi, totalmente diverso da quello dove abitualmente giocava, e che da allora quella bambina era diventata per lui una specie di amica immaginaria. Almeno fino all’età di dieci anni. Quando se ne era dimenticato. Ora però era tornata. Era ricomparsa in sogno, e avevano avuto un dialogo molto strano e triste. E aveva scoperto che si chiamava Miyu. Ora molte strane sensazioni si affacciavano nella sua mente. Non sapeva neanche come si chiamava eppure per tutto questo tempo l’aveva considerata una vera amica.

Dall’altra parte dell’oceano

-no, spiegami bene, tu hai sognato questo tizio.
-Kanata!Non tizio- la interruppe Miyu
- si, si, Kanata, non ti scaldare. In ogni modo tu hai sognato questo tizio fin da quando avevi cinque anni e ora lui è tornato con questa dichiarazione.- disse Jennifer guardando l’amica con le lacrime agli occhi – ma come è romantico. Magari avessi io una storia d’amore come questa. Ecco perché non hai mai voluto impegnarti con altri ragazzi. Ma non avevi detto che fino ad ora lo avevi dimenticato?- concluse Jennifer ritornando subito pratica, come il suo carattere voleva. - si. In realtà si. O almeno credo che sia stato così. Ma infondo, nella mia mente, come nel mio cuore sapevo che c’era qualcuno che aveva occupato tutto lo spazio possibile e anche se non lo vedevo nitidamente sapevo che era lì con me e che non mi aveva mai abbandonata. Infondo, è strano. Non ci siamo neanche visti dal vero, almeno credo. Chissà se esiste davvero o se era solo un SOGNO.

All’aeroporto in Giappone

- Santa, Grazie per avermi accompagnato all’aereo.
- oh Kanata non mi dimenticare – disse, singhiozzando, Santa, che era il solito sentimentalone
- non ti preoccupare, non ti dimenticherò. Sei e sarai sempre il mio migliore amico.- dicendo queste “dolci” parole, Kanata cercava di mantenere quel briciolo di impassibilità che gli era rimasto. Poi si avvio verso l’aereo, seguendo il padre e scomparve dietro la colonnina del check-in.

Mentre l’aereo decollava, Kanata si chiese se avrebbe più rivisto quella ragazza, Miyu. Gli piaceva questo nome. Forse dove stava andando, l’avrebbe anche potuta incontrare. Non fece in tempo pensare ad altro, che si addormentò.

Ora non era più buio, c’era una forte luce, che abbagliava. In quella luce sembrava si aprisse un nuovo mondo, un mondo felice. In quel mondo due ragazzi, s’incontravano in un parco, ridevano e scherzavano. Sembravano che si volessero bene. Sembrava si completassero. Sembrava che nulla potesse turbarli. Non riusciva a distinguere le loro facce ma, mano a mano che si avvicinavano, una strana sensazione, gli diceva che una di quelle figure era Miyu.
- Miyu, Miyu!! – cominciò a chiamarla ma i due ragazzi non lo sentivano. Poi all’improvviso – Kanata, Kanata, Svegliati!!- il sig. Osho, il padre di Kanata, lo stava svegliando. – Kanata, forza, siamo arrivati!!!_
Era una strana sensazione, come se tutto quello che stava vivendo, fosse già programmato e, dovesse accadere per fargli ritrovare quella felicità che ormai da tempo aveva perso.
Con questa sensazione, Kanata trascorse i suoi primi giorni in America, tra un trasloco, molto complicato disorganizzato, e una visita al quartiere (dove avrebbe abitato, per chissà quanto tempo).
Meno male che sapeva parlare, abbastanza bene, l’inglese (eh, l’importanza dell’inglese eh eh) senò non sarebbe riuscito a sopravvivere in quella metropoli così diversa e sconosciuta.
I sogni continuavano, sempre e comunque, e mano a mano che passava il tempo, gli sembrava di conoscere tutto della sua vita insieme a quella ragazza.
Un giorno, mentre pensava a questi strani sogni e rimuginava sulla misteriosa identità di quella ragazza, non si accorse di essersi perso, ed e di essere capitato nei pressi di un parco giochi che, stranamente, gli sembrava familiare. Cercando di orientarsi, alzò gli occhi e si accorse che seduta all’altalena, cera una ragazza dai capelli biondi. Cercò di convincersi che lei stesse aspettando qualcuno, e pensò di allontanarsi per cercare di tornare a casa, ma non riusciva a distogliere lo sguardo da quella ragazza, apparentemente, così normale.
Poi, all’improvviso, la ragazza alzò la testa e lui riuscì a vederle gli occhi.
Erano verdi.
Erano molto espressivi.
Erano inconfondibili.
Era lei.
Era Miyu.

Fine Capitolo



Ei, questa volta ho deciso di pubblicare la mia ff a capitoli, ma, visto che non mi piace leggere le storie non finite la pubblico tutta. Commenti prego. Volevo comunque ringraziare Fiamma F., è grazie a lei che scrivo ancora(prendetevela con lei) ( scherzo). Anche se per ora non vi piace, vi prego continuate a leggere e poi ditemi pure che fa schifo, ma leggetela. Non ve ne pentirete. (credo e spero)
Bye bye
Amy


Capitolo 2

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