RAGIONE E SENTIMENTO

fanfiction


By Amy


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Capitolo 3 il biglietto

Rimasero così per un po’ di tempo, poi…

Poi il fotografo del giornalino della scuola, che era stato incaricato di fare le foto per tutta le gita, volevano organizzare una specie di mostra, arrivò e ruppe quell’atmosfera così magica ma allo stesso tempo normale.

FLASH

-Kurita!! Vieni qui non ti lascerò quella foto. Vieni qui codardo-
Kanata e Miyu erano partiti all’inseguimento di kurita, il “povero” fotografo. Tutti si erano svegliati e ora li stavano guardando con non poco interesse.
Mentre Kanata stava per acciuffare kurita il pullman fece una frenata inaspettata e tutti e tre caddero a terra e kurita ne uscì salvo.

- bene ragazzi siamo arrivati, questo è il nostro albergo! – disse il direttore con aria soddisfatta. – prima di fondarvi nella hall vi prego di prender i vostri bagagli e aspettare di essere chiamati. Sarete chiamati per classi.- concluse il direttore e scese dal pullman.
Poi si ricordò un’altra cosa e risalì
- kurita, muoviti, devi fare le foto, non rimanere per terra!!- E riscese seguito dal “paparazzo”

Piano piano tutti scesero dal pullman e presero i bagagli.


Tutto quello che era successo era ormai dimenticato. Si avviarono ai bagagli e Miyu dopo aver preso le sue due valige rimase ad aspettare il fratello.



- Giulio vieni un attimo!- gridò all’improvviso.

Sentito l’urlo, sia Giulio che Kanata si avvicinarono a Miyu.

- Giù, hai preso l’altra valigia?- quando faceva la sorella era tremenda, ma anche Giulio non era da meno – si! Burp!- Giulio dopo aver risposto, fece uno dei suoi sonori rutti ( è proprio mio fratello).

Kanata che era lì, e sapeva quanto sapeva essere noiosa Miyu, quando faceva la sorella, fece subito un grosso applauso a Giulio e accettò la gara di rutti che Giulio gli proponeva.
- no Kanata, non ci provare! Lui deve smetter di fare così. Non ha bisogno di te e neanche tu di lui! Basta!- e gli mise una mano sulla bocca e sul naso per non farlo respirare.
Kanata si dimenava e quindi Miyu che era più debole, cedette e divenne la “preda”. Kanata, infatti, la inseguiva con la lattina d’aranciata che gli aveva dato Giulio.

Approfittando della distrazione di Miyu, Giulio si dileguò dicendo solo – vinto!! Ciao ci vediamo dopo. Forse. Ciao-

L’inseguimento allora terminò, e giusto in tempo. Infatti, era appena arrivata la sig. Daisy che li chiamava per l’assegnazione delle camere.

- ragazzi forza. é il vostro turno! 4° liceo dentro. Forza!-
Una volta entrati, furono assegnate le stanze. Miyu e le ragazze non furono divise e finirono nella camera affianco a quella di Kanata, Nozomu e Santa.

Le camere erano enormi. C’era anche un tavolo abbastanza grande al centro.

La gita prevedeva di sostare a Napoli e di visitare solo le regioni circostanti, ma di tornare sempre a Napoli. Poi verso la fine della gita sarebbero andati a Roma e (lì vicino) avrebbero preso una nave che li avrebbe portati a Madera.

Avevano un’ora di tempo prima di iniziare il loro giro turistico, e così decisero di cambiarsi e chiamare casa, infondo era parecchio che avevano gli stessi vestiti.

Dopo mezz’ora Miyu era pronta. Indossava un jeans e una maglia a manica lunga e con lo scollo a barca, grigia. E, ovviamente, le scarpe da ginnastica azzurre.
Aveva legato i capelli con un grosso elastico e si era infilata i suoi orecchini preferiti. Presa la borsa e la telecamera (gliela avevano regalata i genitori), uscì dalla camera e disse alle amiche che ancora non erano pronte, - Aya, Nanami io esco, vado a telefonare. Vi aspetto fuori-.

Così detto, chiamò i genitori. – mamma sono io Miyu. Siamo ora arrivati in albergo. Tutto bene. Le camere sono bellissime. Si. Si ho visto Giulio. Sta benissimo, anche troppo e ora è in camera sua e si sta cambiando. Ci siamo fermati in albergo solo per questo. Non ti preoccupare. Lì come va?.-

Dopo un po’ di conversazione a parlare del più e del meno, l’attenzione di Miyu fu richiamata dall’arrivo delle compagne. Si ricordò, comunque, che le telefonate costano, figuriamoci le intercontinentali, e quindi, anche se non proprio volentieri, salutò la madre e raggiunse le amiche.

-Miyu ma dove sono i ragazzi? Ancora non sono pronti? Andiamo a vedere in camera?-. Disse Aya
-oh ma io non potrei mai entrare nella camera di Kanata senza che mi abbia invitata!- disse Chris
- eh vabbè entro io, tanto sono abituata alle camere dei ragazzi, tra Kanata e Giulio, ne ho viste di tutte i colori- disse Miyu, noncurante di Chris.
Infatti, lei si stava per far venire un attacco di gelosia. Quando ecco Kanata, che esce dalla stanza, e scaraventa, con la sua delicatezza, Miyu per terra. L’unica cosa che disse fu – ben ti sta!-

La giornata passò normalmente. E così anche i giorni successivi.

Era ormai l’ultimo giorno che stavano a Napoli.
Il tempo peggiorava e si stava avvicinando una vera e propria tempesta.
Poiché il tempo non permetteva di uscire, passarono tutta la giornata in albergo, tra giochi e scherzi.
Il giorno seguente sarebbero dovuti andare a Roma. Ma prima si sarebbero fermati in un paesino, che si trovava giusto a metà strada.

Era un paesino molto carino.
Era composto di due parti. La parte vecchia e la parte nuova.

La mattina visitarono la parte vecchia in compagnia dei professori. Avrebbero avuto il pomeriggio libero.
La maggior parte dei ragazzi l’avrebbe di sicuro passata nella parte nuova, piena di negozi e di locali.
Anche Miyu e gli altri avevano deciso di andare nella parte nuova. Ma poi successe una cosa che divise il gruppo.

Miyu, cercando nella borsa il cellulare ( per controllare il fratello), aveva trovato un biglietto che la lasciò un po’ perplessa.

Il biglietto diceva: - Miyu SONO IO, ANCORA NON TI POSSO DIRE CHI SONO, MA TI PREGO VIENI OGGI POMERIGGIO, ALLE 4 NELLA STRDINA CHE SI TROVA DIETRO LA CHIESETTA DEL PAESE. È IMPORTANTISSIMO. NE VA DELLA SICUREZZA DI TUTTI I TUOI AMICI COMPRESO TUO FRATELLO. TI PREGO. VIENI. CAPIRAI TUTTO A TEMPO DEBITO.-

Non sapeva di chi fosse il biglietto ma voleva capire chi fosse il mittente.
E poi il fatto che avesse detto che ne andava il bene della scuola, la intrigava molto.
Non voleva però far preoccupare gli altri.
Poteva anche essere solo una persona che le voleva tirare un brutto scherzo.
E in ogni caso, lei sapeva difendersi da sola.

Aveva deciso: non avrebbe detto niente a nessuno e sarebbe andata all’appuntamento.

Mentre gli altri parlottavano e scherzavano – ragazzi, io oggi non vengo con voi. Ho da fare qui. Mi dispiace-. Disse Miyu. - ma come Miyu avevamo deciso di fare compere oggi.- disse Nanami, molto dispiaciuta.
- eh beh veramente, io dovrei…- le venne in mente il fratello – devo fare delle cose con Giulio, sapete com’è…- concluse Miyu, era sicura che tutti avrebbero creduto a questa storia del fratello.
E così fu.
Solo Kanata non ci credeva molto.
Quando Miyu diceva delle bugie, le si arrossavano un poco le orecchie. Ma solo lui se ne accorgeva.
Il gruppo così si diresse verso la parte alta del paese, quando ci fu un avviso del preside.
- Ragazzi, mi raccomando, tornate per tempo. – parlava a vuoto e così si arrabbiò.- RAGAZZI, FATE IN MODO DI ESSERE PUNTUALI ALLE 9 AL PUNTO DI RITROVO. CHIUNQUE NON ARRIVI PUNTUALE, RESTERà QUI, E CI RAGGIUNGERà A ROMA.- aveva finito con l’urlare.

Tutti sentirono il messaggio e Miyu che aveva una strana sensazione, si affrettò verso un’agenzia di rent-car e affittò una macchina. Senza sapere il perché, sapeva che le sarebbe stata utile.

Questo gesto, confermò i dubbi di Kanata che, dicendo ai compagni che li avrebbe raggiunti dopo, si allontanò e aspettò tra la folla per seguire Miyu.



CAPITOLO 4

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